Ebook: il sogno di Callimaco

dalla parte della ricerca indipendente.

Conviene tralasciare, per il momento, alcune delle questioni avanzate a favore del libro di carta – le questioni del profumo, il profumo delle pagine e della storia, la sua “carnalità” e la sua abitudine confortante – e concentrarsi un poco sul significato che il nuovo libro reca. L’ebook rilancia la ricerca in scrittura. In che modo? Nel modo atteso da tanti autori del passato: permettendo senza mezzi termini la presenza del libro. Non è cosa da poco: è in atto una mutazione di modulo culturale, e sembra per lo meno incauto chi si limita a parlare del libro digitale come di una moda passeggera. Ora il libro ha un potere in sé, costituito dalla sua stessa possibilità di esserci oltre le dipendenze a cui era necessariamente legato nelle “ere della brossura”. Se vuole, ogni libro può esserci; se vuole, può cominciare a diffondersi in esistenza al ritmo di nuove strategie tutte da esplorare. Diciamolo col sorriso: invece di incartare il proprio spirito nel trovare chissà quale autorevole garante, il filosofo, ora, finalmente, può badare al sodo e recare i suoi pensieri nuovi senza compiacere nessuno; il poeta, a sua volta, può abbandonarsi ai giochi dei suoi linguaggi imprevedibili in modo da rianimare nient’altro che un’anima culturale stordita dai sogni di successo; il narratore può impegnarsi a squarciare gli spazi e i tempi facendo risuonare le voci dei personaggi con la follia loro necessaria e al numero di pagine che ritiene più giusto (l’ebook non ha i problemi degli esosi tomi di carta, che hanno costretto a rimpicciolire le ispirazioni, non ponendo limiti – quei limiti che l’ingegno dà solitamente alle norme consensuali – ai tic epurativi degli editor).


Questi libri nuovi, liberi e dipendenti nient’altro che dalla fonte originaria che li ha generati, si trovano sul bancone del nostro tempo, parti nascenti e già attive di un mercato a cui mancava, evidentemente, la presenza delle preziose veracità indipendenti capaci di elaborarsi a trecentosessanta gradi, per l’appunto anche nel segno di una immaginazione progettuale che crea reti di distribuzioni altre, cosa che offrirà senza dubbio nuova linfa proprio a questi sistemi affetti dal “complesso di brossura” (un libro di carta, ad esempio, ha la vita di un moscerino e sparisce subito dopo la pubblicazione e difficilmente può pensare di rinascere). L’ebook arriva come un vento mutante, come dal futuro; simultaneamente, sembra che sia lo sviluppo programmato di un sogno molto antico della storia occidentale. Fu il poeta Callimaco che concepì e articolò la sua indipendenza nella Grecia antica proprio quando il libro – semovente oggetto in divenire e non statico arredo dei saperi – passava dalla pergamena al papiro.


Massimiliano Falcioni